Ogni anno andiamo a Catania in visita dalla nonna e dagli zii di Marco e ogni volta cerchiamo di ritagliarci una mezza giornata per esplorare i dintorni. Durante il ponte del Primo Maggio abbiamo finalmente avuto tempo per visitare Caltagirone, paese arroccato su una collina, famosissimo in tutto il monto per la sua tradizionale ceramica.
La strada che porta a Caltagirone passa prima in una zona industriale un po’ squallida, ma allontanandosi da Catania si entra in un’area rurale molto bella, che in primavera si colora di verde, fino ad arrivare alla rocca di Caltagirone, che domina la piana.
Protagonisti dell’artigianato locale sono le teste di moro, vasi a forma di teste di uomo (o donna) decorate con fiori e foglie. La tradizione deriva da una leggenda:
Si racconta che a Palermo, intorno all’anno 1100 (periodo della dominazione dei mori in Sicilia alla Kalsa), nel bellissimo quartiere arabo ‘Al Hâlisah, dove un tempo soggiornava il sultano, in un palazzo viveva una bellissima fanciulla che amava passare le proprie giornate a curare i fiori e le piante del suo balcone
Un giorno passando per la Kalsa un giovane moro, vide la bella ragazza, intenta a curare le piante, ne rimase invaghito, decise di volerla per se, senza indugio entrò in casa della ragazza e le dichiarò il suo amore. La fanciulla, colpita da tanto sentimento, ricambiò l’amore del giovane, ma quando seppe che il moro l’avrebbe lasciata per tornare nelle sue terre in Oriente, dove l’attendeva una moglie con prole, attese le tenebre e non appena esso si addormentò lo uccise, gli tagliò la testa, ne fece un vaso dove vi piantò del basilico e lo mise in bella mostra fuori nel balcone.
Il moro, così, non potendo più andar via sarebbe rimasto sempre con lei. Intanto il basilico crebbe rigoglioso e destò l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere che, per non essere da meno, si fecero costruire dei vasi di terracotta a forma di testa di moro.
{fonte: ceramichesofia.it}
Tutta la cittadina è decorata in stile barocco, perché quasi totalmente ricostruita dopo un forte terremoto del Seicento, ed è caratterizzata dalla presenza costante delle maioliche: il ponte di San Francesco, che collega due delle alture su cui sorge la città, è ricoperto di piastrelle decorate nei toni del blu, bianco, giallo e verde, il giardino della Villa Comunale, decorato con statue di terracotta e vasi in ceramica smaltata.
Addirittura moltissimi balconi sono decorati con le pigne di ceramica.
E poi si arriva alla splendida Scalinata di Santa Maria del Monte, che ti lascerà letteralmente senza fiato: ogni scalino è ricoperto con piastrelle decorate, ogni fila è diversa dall’altra, ma ciascuna mostra motivi isolani classici, raccolti e riadattati dal famoso ceramista Antonino Ragona.
Sui lati della scalinata si affacciano palazzi storici balconati, che ospitano le botteghe artigiane: alcune sono ormai solo rivendite, ma qui e là si possono vedere i ceramisti al lavoro, si può sbirciare nei forni e, naturalmente, si possono acquistare bellissimi vasi a prezzi davvero concorrenziali.
Noi eravamo venuti anche per questo, Paola non poteva tornare a Torino senza una coppia di vasi a forma di testa di moro, ma dovevano essere la coppia perfetta! Abbiamo quindi visitato tutte le botteghe e Paola ha iniziato a fare il confronto tra ciò che vedeva, finché, proprio in cima alla scalinata e quando ormai avevamo quasi buttato la spugna, li abbiamo trovati: moro e fanciulla di medie dimensioni, decorati con bellissime foglie di fico d’India.
Era inizio maggio, ma a Caltagirone il sole picchiava forte! L’altra bella sorpresa che ci attendeva alla cima della scalinata è stato l’intero quartiere di Sant’Agostino colmo di interventi di street art: lo ammettiamo, non ne sapevamo nulla prima di arrivare sul posto, ma se non è destino questo…
Ci siamo quindi letteralmente persi per le viuzze, abbiamo anche fatto amicizia con una vecchina un po’ matta e abbiamo rischiato di essere punti da uno sciame di api uscito da un alveare caduto dal tetto di una casa abbandonata! Insomma, abbiamo anche avuto qualche avventura, che ha reso ancora più memorabile la nostra gita.
Per chi stesse organizzando una gita da queste parti, consigliamo anche di consultare la pagina Facebook: Street Art Caltagirone, gestita dall’Associazione che si è adoperata per rendere possibile questo progetto di recupero nel centro storico.
Il progetto ci è piaciuto, perché da un lato ha reso più interessante, anche agli occhi dei turisti, una zona del centro cittadino che è parzialmente degradata, permettendo quindi a tutti di avere una ragione per fare un giro per i vicoli, che però non sono stati trasformati in maniera drastica: non c’è traccia di gentrificazione qui, solo un bel progetto di dialogo tra espressioni artistiche e comunità locale.