Per il terzo giorno a Trinidad abbiamo prenotato tramite l’agenzia Paradiso una gita in catamarano che ci condurrà a Cayo Macho, un’isola disabitata talmente piccola che ci si gira intorno in mezz’ora.
Da Trinidad è possibile raggiungere anche Cayo Blanco (omonimo del più famoso e super turistico), ma ci hanno consigliato Cayo Macho, conosciuto anche come Cayo Iguana, come destinazione migliore per fare snorkeling. Nell’altro Cayo, più grande, è però possibile organizzare numerose altre attività sportive e ludiche, ed è quindi più indicato per le famiglie, per soddisfare i gusti di tutti. Diciamo fin da ora che il prezzo della gita, 45 CUC a persona, sembra in po’ alto rispetto alla media cubana, ma si tratta di soldi decisamente ben spesi.
Raggiungiamo la marina di Trinidad in coco-taxi, un’esperienza imperdibile, anche se non molto confortevole: va giusto bene per spostamenti di pochi chilometri. Al porticciolo ci sono un sacco di persone, per fortuna la maggioranza si recherà a Cayo Blanco; noi viaggiamo in compagnia di un gruppo di francesi e ad una decina di altre persone: tutto sommato il gruppo non è troppo grande, sul catamarano si sta comodi. Il marinaio Vidal è il personaggio del giorno: arriva tardi, fa caos e gli altri marinai lo prendono in giro. Aiuta però anche a far passare il tempo sulla barca: Pali è piuttosto preoccupata di star male, ma all’interno della barriera corallina il mare è praticamente fermo.
È la prima volta che Pali fa snorkeling; Marco l’ha già fatto un paio di volte. Che bello nuotare insieme alla ricerca dei pesci colorati!
Dopo la nuotata, il catamarano ci porta sull’isola, che in realtà non è proprio deserta: ci vivono centinaia di iguane, che si mettono quasi in posa davanti alla macchina fotografica, e di jutias, simili alle marmotte, decisamente più schive.
La spiaggia è disseminata di conchiglie giganti, una più bella dell’altra: ancora una volta chiediamo se sia possibile prenderne una come souvenir. Si può, l’importante è, naturalmente, prenderne una già vuota. Ovunque camminano paguri, anche giganti, che ti passano noncuranti sui piedi. Si spaventano esclusivamente se presi in mano. E poi ci sono le stelle marine e granchi colorati: un paradiso insomma! Da non perdere se ci si ferma più di in giorno a Trinidad.
Dopo questa lunga giornata ci meritiamo una serata relax: incontriamo i nostri amici inglesi John e Gurminder (che il giorno prima per caso avevamo incrociato per strada, quanto è piccola Cuba!) per l’aperitivo sulla piazza centrale del paese, il tempo di uno o due mojito e poi andiamo a cena.