Nel nostro primo viaggio in Turchia abbiamo deciso di includere tre giorni in Cappadocia. Ok, è una delle regioni più turistiche, ma abbiamo voluto sfidare le folle oceaniche per goderci i mitici paesaggi visti tante volte in foto e in video.
Partiamo col dire che ci ha convinti a metà, complice forse appunto la grande quantità di turisti, ma sicuramente vale il viaggio e forse evitando il mese di agosto (quando ci siamo stati noi) è possibile godersi un po’ di più la permanenza.
Come spostarsi in Cappadocia
Il modo migliore per spostarsi tra le attrazioni e i villaggi della regione è prendere una macchina a noleggio. Questo permetterà di essere veloci negli spostamenti e al contempo dedicare il tempo desiderato alle tappe, in base ai propri interessi.
In alternativa, si può partecipare ai tour organizzati dagli hotel e dalle agenzie locali: è sicuramente l’opzione più comoda, ma si rischia di finire invischiati nel loop di tutti i turisti e di perdersi qualcosa o perdere troppo tempo per tappe inutili (leggi: negozi di souvenir). Un pulmino da 9/12 posti ti porterà da un punto all’altro. Noi abbiamo scelto questa opzione, ma a ragion veduta probabilmente noleggeremmo un’auto.
Noi abbiamo preso anche gli autobus pubblici. Ci sono mezzi tra le varie località e sono mediamente efficienti, con un pizzico di fortuna si riesce a spostarsi in maniera agevole, ma ovviamente è necessario avere tempo: in tre giorni usando solo gli autobus sicuramente non saremmo riusciti a vedere tutto ciò che volevamo.
Dove dormire in Cappadocia
Il nostro consiglio spassionato è di cercare una casa tradizionale scavata nella roccia, magari a gestione familiare, come quella in cui siamo stati noi. Alla Goreme Mansion ci siamo goduti l’ospitalità di Cem e della sua famiglia, che ci hanno fornito consigli per le escursioni e ci hanno coccolati con ottime colazioni e tè da sorseggiare sulla terrazza con vista sui camini delle fate.
Goreme è forse il paese più affollato e turistico, ma questo vuol dire anche avere a poca distanza un sacco di ottimi ristorantini da provare e la possibilità di spostarsi agevolmente anche con i mezzi pubblici. In alternativa, si può dormire a Ortahisar o Urgup.
Cosa fare in Cappadocia
Nell’esplorazione della Cappadocia ti imbatterai in panorami da favola costellati dai famosi camini delle fate, canyon, castelli scavati nella roccia. Noi abbiamo preso parte ai due tour classici che vengono proposti dalle agenzie locali, ma anche con i propri mezzi si possono visitare le stesse location.
Volo in mongolfiera in Cappadocia
Il volo in mongolfiera è sicuramente una di quelle esperienze che ci rimarrà impressa per il resto della nostra vita: è molto caro e anche molto turistico, ma l’emozione di osservare il panorama da una cesta a 1000 m di altitudine è imperdibile.
Cem, il proprietario della guest house in cui abbiamo alloggiato, è anche pilota di mongolfiere per Cappadocia Voyager (una delle compagnie più rinomate) e quindi abbiamo deciso di fare l’esperienza di volo con lui. Partenza dall’hotel alle 4 del mattino, si arriva in una struttura dove vengono raccolte tutte le persone e divise in vari pulmini con cui, dopo una colazione a buffet, si raggiunge la mongolfiera.
È ancora buio e vedere gli enormi palloni aerostatici che si gonfiano grazie all’aria scaldata con potenti fiamme è impressionante, piano piano prendono vita e si alzano sopra le nostre teste. Saliamo poi sui cestelli, qualche informazione relativa al comportamento da tenere in volo, e si decolla! Attorno a noi decine di mongolfiere si alzano il volo, il panorama è eccezionale, si fluttua sopra a diverse vallate, per vedere da vicino i camini delle fate. Siamo fortunati e il vento è perfetto: ci permette di salire fino a 1100 m di altitudine ed è sufficientemente forte da farci viaggiare a bassa quota da un canyon all’altro. Cem è simpatico, ma professionale e il volo di 1 ora e un quarto con lui è godibilissimo. Le foto parlano da sole!
Al termine del volo veniamo riportati in hotel dove ci aspettano un riposino e la seconda colazione turca prima di partire con l’esplorazione dei dintorni.
Ecco qualche consiglio pratico per il volo in mongolfiera: cerca di effettuare il volo il primo giorno in cui arrivi in Cappadocia, le condizioni ventose possono cambiare e inibire le partenze. Porta un cappellino, l’aria scaldata può bruciare un po’ la testa, attenzione agli occhiali e alla macchina fotografica quando ti guardi intorno, indossa una felpa perché può fare fresco.
Green Tour Cappadocia
La prima giornata la dedichiamo al Green Tour, dei due è quello che ci ha convinto maggiormente perché permette di arrivare in zone abbastanza lontane che sarebbe complicato raggiungere con i mezzi pubblici. La prima tappa è il Göreme Panorama, poco fuori dal paese per scattare qualche foto alla valle dei piccioni.
Dopo un’inutile sosta in un negozio di pietre preziose e sculture si parte per la città sotterranea di Derinkuyu. Questa impressionante opera architettonica sotterranea si estende per otto piani verso il centro della terra e ospitò a partire dal VII secolo migliaia di cristiani perseguitati dagli arabi musulmani. Si attraversano stretti cunicoli e si scende fino a 85 metri di profondità per osservare i locali adibiti ad abitazioni, cucine, chiese. Molto molto interessante.
Dopo un pranzo non indimenticabile, proseguiamo per una passeggiata nella bucolica Ihlara Valley dove seguendo il percorso del fiume passiamo in un canyon costellato di grotte/chiese tipiche della Cappadocia. La passeggiata è rilassante e verso la fine ci si può fermare in un baretto che ha tavoli sistemati in capanne sull’acqua, varrebbe la pena passarci un po’ di tempo in più.
C’è ancora tempo per un paio di fermate per ammirare il panorama e per visitare la Ala Church, una chiesa scavata nella montagna che contiene ancora i resti di interessanti affreschi.
Il ritorno è alle 17.30, siamo stanchissimi dopo la levataccia mattutina e tutta la giornata in giro, ma entusiasti del nostro primo giorno in Cappadocia.
Red Tour Cappadocia
Per il secondo dei tre giorni in Cappadocia abbiamo prenotato il Red Tour, in modo da completare la visita delle maggiori attrazioni della Cappadocia. Purtroppo l’esperienza è deludente: si passa molto tempo in macchina, le tappe sono troppe e troppo concentrate. In realtà poi il tempo ci sarebbe perché veniamo riportati a Goreme alle 15…. insomma bocciato. Per entrambi i tour ti consigliamo di contrattare bene prima le varie tappe e la durata delle visite.
L’highlight della giornata è sicuramente il Goreme Open Air Museum, che d’altra parte sarebbe raggiungibile anche a piedi o con un mezzo pubblico. La vasta area appena fuori dal paese ospita decine di grotte scavate e trasformate in cappelle cristiane. Il paesaggio è surreale e molto caratteristico, vale una visita di almeno un paio d’ore.
Il castello di Uçhisar, scavato in un enorme roccia, sarebbe anche imperdibile, peccato che la guida e l’autista ce lo facciano vedere da lontano e rifiutino di portarci a visitarlo come era indicato nel programma. Fortunatamente al ritorno dal tour un bus pubblico che parte da Goreme ogni 30 minuti ci permette di tornarci e salire fino in cima per osservare un bellissimo panorama.
La tappa successiva del tour è un negozio di ceramiche, dove assistiamo a una dimostrazione e possiamo provare a lavorare al tornio. La visita prosegue con i camini delle fate di Paşabağı, affollatissimi, su cui ci divertiamo ad arrampicarci per scattare qualche foto (è permesso!).
Dopo due veloci stop di pochi minuti alla Devret Valley e per vedere le piramidi di Urgup il tour si conclude.
Trekking nella Valle delle Rose
Il terzo giorno in Cappadocia abbiamo deciso di organizzarci da soli e percorrere a piedi la valle delle Rose (Rose valley), uno dei tanti percorsi che si possono fare per ammirare da vicino i camini delle fate. Il trekking di 4.5 km è estremamente facile e si percorre in tutta calma in 2 ore e mezza con molte soste dedicate alla fotografia e alcune deviazioni per ammirare fantastici scorci. Ma, cosa più importante, finalmente riusciamo a goderci la Cappadocia praticamente in solitudine! Lungo il percorso le persone che incontriamo si possono contare sulla dita di una mano.
Cem ci accompagna in macchina poco oltre il Goreme Open Air Museum dove un sentierino scende la scarpata e raggiunge il percorso principale, da qua girando a sinistra si segue la valle delle Rose fino a Cavusin. Il primo tratto del percorso è in mezzo al canyon, molto fresco perché in mezzo agli alberi. Si passa in alcuni tunnel scavati nella roccia e si vedono molte grotte sulle pareti laterali al sentiero. Poi la valle si allarga e spuntano numerosi camini delle fate, alcuni dei quali ospitano cappelle cristiane affrescate.
Arrivati a Cavusin, si può visitare la strabiliante Old Town, formata da decine e decine di stanze scavate nella pietra. Anche qui i turisti sono pochi, ma dobbiamo dire che questo luogo rientra a tutto diritto nelle cose da non perdere durante un viaggio in Cappadocia. L’atmosfera rilassata di un ristorantino molto spartano a conduzione famigliare è perfetta per un pranzetto rifocillante a base di gozleme (una sorta di piadina sfogliata ripiena di carne formaggio e verdure).
Tornare a Goreme da qui è semplice: sulla strada principale, ben segnalata di fronte a un chiosco, c’è la fermata dell’autobus che passa ogni ora al minuto 20 e in dieci minuti conduce in paese.
Si concludono così i nostri tre giorni in Cappadocia, tra panorami spettacolari, esperienze indimenticabili e un po’ troppa folla per i nostri gusti. La seconda parte del nostro breve viaggio sarà dedicata a Istanbul.