Il secondo giorno prendiamo la metro per arrivare alla Città Proibita. Il primo impatto è sconvolgente: usciti dalla metro ci troviamo in mezzo a un fiume di persone, tutte dirette verso la nostra meta: l’80% di loro ha un cappellino militare con la stella rossa cucita al centro. Questo è patriottismo!
Ricordiamo che oggi è l’ultimo giorno della festa nazionale, qualcuno ha anche un cuoricino con la bandiera cinese incollato in faccia…
Per fortuna la maggior parte si ferma nel primo enorme cortile della Città Proibita, prima della biglietteria, dove i militari si esibiscono in partitelle di basket…
Riusciamo quindi a entrare in fretta e a iniziare la nostra visita
La Città Proibita è imponente al punto di sembrare esagerata, con le numerose sale di rappresentanza che sono dei veri e propri palazzi! Comunque le parti più belle sono quelle ai lati dei grandi padiglioni, dove le costruzioni sono più basse e circondate da girdini. Vale la pena di spendere 10 yuan in più per visitare la Galleria dei tesori, che è quasi deserta e silenziosissima.
All’uscita vieni assalito da un’orda di molesti che vogliono portarti in giro con il risciò, tira dritto e vai assolutamente al Parco Jingshan lì di fronte!
Qui una scalinata ci porta in cima alla collina, dove sorge un tempio buddista e da dove si può vedere dall’alto la Città Proibita. Ma la vera attrazione è dall’altra parte della collina, dove siamo subito scesi per inseguire un canto si sentiva dall’alto.
Arrivati sotto ci siamo trovati davanti uno spettacolo improvvisato: in diversi punti del parco alcuni gruppetti cantavano e suonavano canzoni popolari. Più in là altre persone giocano con il jian zi (che abbiamo già comprato!), una specie di badmington con i piedi, e altri ballano coerografie di gruppo. Una ragazzina ci offre delle paste fritte e un altro gruppetto cerca di coinvolgerci in un karaoke. Ci sono poi degli uomini che discutono animatamente, e noi ci immaginiamo che parlino di politica o di sport, ma chissà… I cinesi potrebbero sorprenderci anche su queste cose!!
Ci chiediamo poi dove tutti acquistino le rare delizie culinarie che si portano al parco: e appena usciti scopriamo che c’è un’intera via dedicata e per nulla turistica.
È poi un’impresa trovare un bus giusto per tornare all’ostello, ma ce l’abbiamo fatta.
Finiamo la giornata con l’abbuffata di ravioli di cui abbiamo già accennato.