Tra oggi e domani dovremo spostarci da Yangshuo a Fenghuang circa 1000 km più a nord, nella regione dell’Hunan.
Torniamo quindi in bus a Guilin e prendiamo poi un treno per Liuzhou: questa volta niente cuccette, ma solo posti a sedere, il viaggio è di un paio d’ore. Durante il viaggio seguiamo con interesse un programma in stile bagaglino dalla tv del treno e le “televendite umane” che si alternano all’interno del vagone. Vendono specchietti da borsa e asciugamani in microfibra a prezzo superiore a quelli di decathlon. Anche qua si scofana di tutto, e la gente ci guarda con compassione quando tiriamo fuori i nostri due mandarini per merenda. Ad un certo punto una signora decide che il punto migliore in cui far orinare il suo nipotino è il cestino del corridoio, con conseguente inondazione del pavimento. No comment.
Per essere sicuri di beccare la fermata giusta a cui scendere chiediamo ad una coppia: lui occidentale e lei probabilmente cinese.
Arrivati a Liuzhou verso sera cerchiamo nelle vicinanze qualcosa da mangiare, anche la coppia del treno ha la stessa missione a quanto pare, sembra un po’ che li stiamo seguendo. Alla fine ci compriamo qualcosa e andiamo ad aspettare il treno notturno per Jishou facendo gli scongiuri per avere dei compagni di scompartimento decenti.
Saliamo sul treno, stavolta abbiamo le cuccette morbide, con scompartimento chiuso. Ci affacciamo al nostro e ci ritroviamo davanti la faccia esterrefatta del ragazzo della coppia di cui sopra che dice “no no no…you’re joking!!!” (mi state prendendo in giro!!)
Ovviamente scatta l’amicizia: Mark é olandese e Estella è cinese ma è in Europa da 11 anni. Ci raccontiamo a vicenda i nostri viaggi e loro decidono di cambiare leggermente il loro itinerario per passare un giorno a Fenghuang. Saranno quindi ancora nostri compagni di viaggio 🙂
Nelle discussioni viene finalmente risolto il mistero dei “Panza de fora”, tipologia d’uomo cinese tra i 40 e i 50 anni particolarmente diffusa. Estella ci spiega che lo fanno semplicemente perché hanno caldo. In effetti il discorso è un po’ più complesso: secondo lei esiste tutta una generazione, frutto della rivoluzione culturale (anni 60), cresciuta nell’ignoranza. Molti di loro hanno fatto carriera, hanno aperto imprese ecc., ma la mancanza di un’educazione strutturata ha fatto sì che sviluppassero comportamenti che i giovani cinesi di oggi trovano volgari, come appunto alzarsi la maglietta, sputare, buttare i rifiuti a terra e in generale un atteggiamento arrogante che notiamo anche noi.
La mattina all’alba arriviamo a Jishou e saltiamo sul bus per Fenghuang, il tutto facilitato da Estella che ovviamente parla cinese.