La nostra avventura nel sud-est asiatico comincia dal Vietnam e nello specifico da Hoi An, la città delle lanterne. Abbiamo due giorni per visitare questo luogo ricco di storia e splendidamente conservato. Dato che la pensione in cui pernotteremo è appena fuori dal centro ci muoveremo con le biciclette messe a disposizione degli ospiti.

Il centro storico di Hoi An

Prima di partire con l’esplorazione però è necessario rifocillarsi: quale migliore occasione per assaggiare subito una delle specialità vietnamite? Il bahn mi è un  panino fatto con una baguette (retaggio del protettorato francese) e ripieno di ogni delizia: pancetta, insalata, sottaceti e un mix esplosivo di spezie tra cui coriandolo vietnamita e peperoncino. Phi Banh Mi è uno dei tanti chioschetti che lo preparano, frequentatissimo dai locals e conosciuto come il migliore della città. Consigliato! Gli ingredienti si scelgono da una vetrina, fatti aiutare dalla gente del posto a scegliere o segui il tuo istinto di sopravvivenza.

Tra il XVI e il XVII secolo Hoi An divenne uno dei principali porti del Vietnam: crocevia di mercanti cinesi, giapponesi ed europei. La città sebbene molto turistica è riuscita a conservare l’atmosfera di quegli anni, grazie all’ottima opera di mantenimento e restauro degli edifici storici. Decidiamo di acquistare il biglietto cumulativo dei siti storici, che con 120.000 dong (meno di 5 euro) permette di entrare in cinque edifici. Si tratta di case d’epoca e laboratori dei mercanti, templi e sale delle adunanze delle congregazioni locali. Da vedere assolutamente il ponte giapponese su uno dei canali e la porta del tempio di Ba Mu riflessa nella vasca d’acqua antistante. Gli altri edifici sono tutti interessanti anche se sostanzialmente molto simili tra loro, con tetti di pagode ornati da sculture, muri addobbati con arazzi e colonne intagliate. Il clima non ci assiste, ma una pioggerellina sottile e un po’ di nebbia creano forse ancora più l’atmosfera di un’antica città/porto da favola orientale.

Al calare della sera compaiono ad ogni angolo le celeberrime lanterne e i giochi di luce riflessi sulle strade bagnate dalla pioggia sono magici.

Continuiamo a girovagare senza una meta precisa alla ricerca di scorci da fotografare assaggiando qualcosa dai banchetti di street food. Seconda specialità: una crepe di riso ripiena di carne trita uovo e verdure.

Hoi An è famosa per la sua ottima cucina, per cui se sei qua ti consigliamo di provare almeno uno dei ristoranti più rinomati, con 10-15 euro a persona proverai un’esperienza gourmet. Noi decidiamo di cenare al Morning Glory: se trovi posto come noi sulla balconata sarà un’esperienza top!

Corso di cucina e giro in bici

La seconda giornata abbiamo deciso di dedicarla ad un corso di cucina vietnamita con Eco Coconut Tour. Si parte al mattino con un giro al mercato di Hoi An dove possiamo sbizzarrirci a fotografare bancarelle e venditori di verdure e pesce fresco.

Si prende poi una barca che porta in una zona di canali da esplorare sulle caratteristiche barchette a remi da tre posti che ricordano noci di cocco tagliate a metà. L’esperienza con pesca dei granchi è abbastanza artefatta, ma il paesaggio è interessante.

Infine si arriva in un villaggio dove si svolge il corso vero e proprio. Molto divertente imparare a preparare il pancake di farina di riso, il maiale saltato con spezie, gli involtini vietnamiti freschi e l’insalata di papaya. Il tutto ovviamente finisce nel nostro stomaco e due passi nel villaggio sono d’obbligo per facilitare la digestione.

 

Ancora una volta finiamo coinvolti in un matrimonio locale: la festa è ormai verso la fine, ma gli invitati più caciaroni non ne vogliono sapere e iniziano a offrirci birra calda e fare foto di gruppo!

Rientrati in città inforchiamo le biciclette e partiamo all’esplorazione della campagna. Abbiamo scaricato la mappa dei dintorni da Google Maps per evitare di perderci e ci avventuriamo seguendo l’istinto (e un gruppo organizzato) tra i canali e le risaie.

La zona di Cam Thanh ad est è veramente suggestiva: incrociamo bufali d’acqua, contadini e abitanti sorridenti.

Ci dirigiamo poi a nord verso la spiaggia di Cua Dai. Con i suoi resort in decadenza non è nulla di imperdibile, ma ritornando verso Hoi An attraversiamo altri villaggetti caratteristici nella zona di An My e ci fermiamo a osservare un corso di tae kwon do per bambini.

Si è oramai fatto buio e fortunatamente siamo a breve distanza dal centro, tempo di mangiare un boccone e rientriamo in stanza pronti per il prossimo spostamento: la città imperiale di Hue ci aspetta.