Dopo una settimana a Zanzibar è giunta l’ora di salutare la bellissima isola e spostarsi sulla terraferma per proseguire il nostro itinerario in Tanzania. La tappa successiva è Bagamoyo, cittadina sulla costa a 70 Km a nord di Dar Es Salaam, dove trascorreremo un paio di notti.
Come arrivare a Bagamoyo
Bagamoyo è facilmente raggiungibile da Dar Es Salaam anche per un’escursione in giornata. Nei pressi dell’ufficio postale in Azikiwe Street, a pochi minuti di cammino dai traghetti per Zanzibar, partono i dalla-dalla per la stazione degli autobus di Mwenge. Il dalla-dalla impiega circa 20 minuti e una volta arrivati basta salire sul primo autobus per Bagamoyo (1 ora circa).
Arriviamo nel tardo pomeriggio, dopo aver viaggiato tutto il giorno, siamo partiti infatti da Jambiani, un villaggio nel sud-est di Zanzibar di cui ti abbiamo già parlato.
Cosa vedere a Bagamoyo
Una giornata è più che sufficiente per visitare la cittadina. Se vogliamo dirla tutta Bagamoyo non è un luogo con attrazioni imperdibili, ma può essere una piacevole tappa o escursione da Dar Es Salaam. In particolare, è una meta poco battuta dai turisti e dove poter osservare la vita autentica della popolazione tanzana.
Cominciamo con una passeggiata al tramonto sulla lunga spiaggia bianca. Il mare non è invitante come quello di Zanzibar, ma camminiamo piacevolmente tra la gente che si rilassa al termine della giornata lavorativa. Incrociamo un gruppo evangelico in preghiera che ci chiede una foto di gruppo che poi gli spediremo, gruppi di ragazzi e venditori di gelati. Intorno ad un cerchio di persone due ragazzini si sfidano in un incontro di pugilato. Sono molto giovani e la cosa può lasciare un po’ interdetti, ma sappiamo di scuole di boxe che accolgono i ragazzini in Tanzania per toglierli dalla strada, e la cosa non sembra particolarmente losca. D’altra parte per noi che pratichiamo il taekwondo, gli incontri tra bambini sono una cosa normale.
Il nostro bungalow è sulla spiaggia, leggermente fuori dal centro della cittadina, quindi ceniamo al ristorante del villaggio e andiamo a dormire presto, stanchi dopo il lungo viaggio.
Il mercati di Bagamoyo
Il giorno successivo è dedicato all’esplorazione di Bagamoyo: percorriamo nuovamente la spiaggia e questa volta la popolazione è composta da persone al lavoro. I pescatori, tornati dalla battuta mattutina sistemano le barche e le reti, i carpentieri costruiscono o riparano i dhow, le imbarcazioni tradizionali dell’Africa orientale.
Raggiungiamo il mercato del pesce dove si svolge l’asta e il migliore offerente si aggiudica cassette e sacchi pieni di pescato del giorno. Le acquirenti sono soprattutto donne vestite con tessuti coloratissimi.
Qui inoltre troviamo decine di banchetti che preparano pasti economici per i lavoratori della zona, in particolare pesce fritto. Siamo sempre attirati dallo street food, ma non questa volta. La zona è invasa dal fumo dei fuochi usati per scaldare pentoloni di olio nero che sembra essere lì da mesi e le condizioni igieniche sono un po’ estreme anche per noi.
Il villaggio di Bagamoyo è noto per lo sviluppo della sua comunità artistica. A pochi passi dal mercato del pesce (tra Makarani St., School St. e Fruit Market St.) si trova l’antico mercato degli schiavi, trasformato oggi nel mercato degli artisti di Bagamoyo. Ci perdiamo ad osservare le opere degli artisti locali e alla fine ne acquistiamo una.
Gli edifici coloniali tedeschi e il museo della schiavitù
Bagamoyo alla fine dell’800 divenne capitale della colonia dell’Africa Orientale Tedesca. Sono ancora presenti diverse testimonianze dell’epoca ed è possibile visitarle gironzolando per le sue vie. Il paese è considerato un museo all’aperto e quindi ai turisti è richiesto l’acquisto di un biglietto. Può succedere che alcuni poliziotti ti fermino se stai fotografando gli edifici storici chiedendoti di esibirlo. Attenzione però alle false guide e ai falsi uffici informazioni che cercheranno di venderti la guida della città o visite a pagamento. Il biglietto si acquista soltanto presso il forte tedesco per 20.000 TZS (circa 10 euro). Qui potrai comprare anche la guida ufficiale, utile per comprendere un po’ della storia locale. Il forte è anche l’unico edificio nel quale è permesso l’ingresso, gli altri possono essere visti solo dall’esterno. Passeggiamo tra la Liku House, antico quartier generale dell’amministrazione tedesca, il boma, sede degli uffici amministrativi, la casa doganale e la piazza delle impiccagioni. A parte l’aspetto decadente che può avere un certo fascino, in realtà questi ruderi non ci trasmettono molto.
Più interessante il museo della schiavitù: si trova all’interno della missione cattolica e lo raggiungiamo con una breve passeggiata verso nord. Una serie di pannelli racconta in maniera molto dettagliata la storia della schiavitù nell’Africa orientale e il ruolo di Bagamoyo nella tratta. Interessante per comprendere meglio i problemi che affliggono oggi l’Africa in seguito all’epoca coloniale.
Le rovine di Kaole
A circa 5 km a sud di Bagamoyo si trovano le rovine di Kaole, risalenti al sultanato del XIII secolo. Spiccano i resti di una moschea e diverse tombe. Il sito è piccolo ed è consigliata la visita con una guida per avere un minimo di contestualizazione di ciò che si vede. Nei pressi si trova un enorme baobab.